Se vuoi essere creativo non imparare a programmare, bensì impara a dipingere.
E' quello che afferma Alex Knapp in questo articolo apparso sull'edizione digitale del bisettimanale statunitense. Imparare a programmare sicuramente può essere gratificante, io stesso lo faccio per hobby pur non avendone bisogno per il lavoro che faccio, ma se si vuole portare delle innovazioni importanti bisogna puntare sulla creatività, lasciando ai computer il lavoro sporco del calcolo algoritmico. E se si vuole essere creativi, anche nel settore tecnologico, non bisogna imparare a programmare, bensì bisogna concentrarsi sulla pittura, sulla scultura, sulla scrittura di poesie. Il campo non ha importanza. Secondo una ricerca condotta da Robert Root-Bernstein "quasi tutti i premi Nobel per le scienze erano impegnati attivamente nelle arti". Il fisico Max Planck, che amava scrivere e comporre, affermava che gli scienziati devono avere una vivida fantasia per poter sviluppare nuove idee. La storia sembra dargli ragione. Molti dei più grandi scienziati del mondo e della storia, in epoche antiche e moderne, erano anche degli artisti. Da Vinci, naturalmente, è famoso per le sue doti sia artistiche sia scientifiche. Robert Fulton, l'inventore del moderno motore a vapore, era un pittore. L'attrice Hedy Lamarr è stato il co-inventore del brevetto che sottende i telefoni cellulari, il wi-fi ed il GPS. Il suo partner in tale invenzione? George Antheil, compositore e musicista.
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Gaetano ZupoScrive appunti di: Archives
January 2017
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