![]() Il problema è che se hai un'apertura alare di 71,1 metri guadagni un sacco in prestazioni e consumi, certo. Ma rischi di non entrarci, nei gate degli aeroporti internazionali, tarati per un massimo di 65 metri. Soluzioni? Quelli della Boeing ce l’avevano nel cassetto da anni e non vedevano l’ora di tirarla fuori: le ali ripiegabili. Il colosso statunitense ha appena lanciato il programma che per il 2020 dovrebbe sfornare i primi velivoli basati sul glorioso 777, il più grande bireattore del mondo, un mezzo che ad oggi vale il 55% di ordini nella sua classe. Ma con una serie di clamorosi miglioramenti. Il primo è appunto quello delle ali ripiegabili in materiale composito, più lunghe e larghe, progettate sulla base di quelle del 787. L’allungamento consentirà un risparmio del 12% di carburante. Non da solo, però: anche il nuovo motore GE9X di GE Aviation darà un contributo fondamentale. Per il momento faranno parte della nuova famiglia due modelli: il 777-8X e il 777-9X, il primo in diretta concorrenza con l’A350-1000 di Airbus (350 posti e autonomia da 17.220 chilometri, costa 349 milioni di dollari) e il secondo in una classe tutta sua. Quest’ultimo, un gioiello da 377 milioni, potrà infatti trasportare oltre 400 passeggeri a seconda delle configurazioni, e avrà un range di 15.185 chilometri. Ma l’elemento chiave è il costo del rapporto chilometro-passeggero: sarà il più basso di ogni altro aereo commerciale. Insomma, la sfida tra i due giganti dell'aria, Airbus e Boeing, continua a suon d’innovazione e clamorosi ordini.
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Gaetano ZupoScrive appunti di: Archives
January 2017
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