Leggendo un articolo sul Wall Street Journal, mi sono reso conto che sono passati 7 mesi da quando Enrico Letta si è insediato come primo ministro del governo italiano, nel tentativo di portare stabilità dopo le inconcludenti elezioni del febbraio 2013. Quando ha assunto l'incarico nel mese di aprile scorso, pochi, compreso me, avrebbero scommesso su sua così lunga durata, vista la profonda spaccatura tra il Partito Democratico ed il principale partito di coalizione, guidato dall'ex primo ministro Berlusconi.
Ma adesso la posizione di Letta sembra più forte che mai. Domani il parlamento italiano voterà per l'espulsione di Silvio Berlusconi dal Senato. Questa storia ha provocato una profonda frattura nella destra italiana, con la creazione di una nuova entità politica guidata dal vice-premier Angelino Alfano, che ha deciso di continuare ad appoggiare politicamente il governo Letta. Questa stabilità di governo, comunque, sta portando i suoi frutti, visto che i rendimenti sui titoli a 10 anni stanno diminuendo e lo spread e sceso al 2,3%. Eppure numerosi imprenditori considerano la possibilità di altri 18 mesi di governo Letta allarmante. Anche se l'Italia ha fatto più di altri per il pareggio di bilancio, la spesa pubblica non accenna a diminuire. Inoltre il governo non sta facendo niente per le riforme strutturali, necessarie per la ripartenza del paese. Tutto questo in attesa delle primarie del PD che si svolgeranno l'8 dicembre e dovrebbero portare in dono un giovanissimo nuovo segretario di partito: il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
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Gaetano ZupoScrive appunti di: Archives
January 2017
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