La cosa che più mi rende triste della proposta della Web Tax è la totalità incompetenza in ambito ICT dei politici che hanno approvato quest'assurda abbominevole. Se si leggono i nomi delle persone che compongono la Commissione Bilancio si capisce, facilmente, di come questo non sia più un paese per giovani. Non è certamente una questione anagrafica, ma la mentalità e le procedure burocratiche sono oramai da medioevo.
Ho 29 anni, sono un appassionato del web ed anche se non lo faccio per lavoro, mi tengo informato su tutto ciò che riguarda internet e le web company. Sono convinto che nessuna delle grandi aziende verrà in Italia a pagare questa nuova tassa, con l'unico inconveniente (solo per gli utenti italiani) di vedersi tagliati i servizi. Ma non sono altrettanto convinto sul fatto che i politici, studiando l'impianto dell'emendamento ribbattezzato "Web Tax", si siano resi conto che si rischia (paradosso), anche, la procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea. Come dire oltre il danno la beffa. In questo emendamento io ci vedo molto protezionismo e, per un liberale convinto come me, questo è solo un danno economico che ci porteremo dietro per diversi anni, fin quando non ci si renderà conto dell'errore commesso. Ed intanto nei prossimi giorni il consiglio dei ministri varerà il pacchetto Destinazione Italia, che avrà l'obiettivo di incoraggiare l'internalizzazione delle nostre aziende e l'attrazione di investimenti stranieri. Quanta confusione in questo governo.
0 Comments
Leave a Reply. |
Gaetano ZupoScrive appunti di: Archives
January 2017
|