Anni fa docenti universitari e padagogisti erano divisi sui meriti di Google sul campo della conoscenza.
Alcuni sostengono che faccia impigrire gli studenti, incoraggi al plagio e ostacoli il processo di apprendimento con le sue ricerche rapide a portata di clic basate su un'unica fonte. Altri lo elogiano, affermando che la sua facilità d'uso incoraggia la consultazione delle fonti primarie e lo studio a tutte le ore del giorno e della notte. Questi ultimi sostengono anche che riduca al minimo le differenze tra studenti iscritti a università prestigiose e studenti di piccole università, tra studenti ricchi e studenti poveri, tra studenti che hanno accesso a biblioteche eccezionali e quelli che non hanno accesso ad alcuna biblioteca. Io, pur non essendo un gran fan di Google, credo che abbia reso possibile una straordinaria rivoluzione culturale democratizzando la cultura dell'intero pianeta. Certo le differenze esistono ancora ma chiunque possa avere accesso alla rete può certamente cercare di ridurre queste differenze. E una buona percentuale del merito di tutto ciò spetta a Big G.
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Gaetano ZupoScrive appunti di: Archives
January 2017
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