![]() Intorno alle 21 di ieri sera il velivolo dell’Alitalia, per una avaria al carrello, è atterrato nello scalo romano piegato su un fianco, ma grazie all’abilità del pilota non è finito fuori pista. I 151 passeggeri e i 5 membri dell’equipaggio sono stati fatti scendere dagli scivoli di emergenza. E’ il secondo incidente che accade sullo scalo romano nel giro di un anno e il fatto ha qualcosa di inquietante. La modalità di incidente, rottura sul carrello, è dovuta, in genere, alla cattiva manutenzione dell’aeromobile. Alitalia è una delle compagnie più sicure al mondo, prova ne sono i suoi pochissimi incidenti, peraltro mai gravi, verificatisi nel corso della sua ultra decennale storia. Ma negli ultimi anni, i fatti finanziari stanno influendo sulla sua qualità di volo. Per fortuna resiste ancora l’attenzione che la compagnia italiana fornisce nei riguardi dei piloti, assolutamente di livello mondiale.
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Dopo 162 partite ecco avverarsi il sogno di ogni appasionato di baseball: le world series.
Quest’anno la novità è rappresentata dall’assenza dei Bronx Bombers per la prima volta dal 2008. I favoriti assoluti, a mio modo di vedere, sono i Boston Red Sox che arrivano ai play-off con 97 vittorie e 65 sconfitte. Nella National League dovrebbero spuntarla i Cardinals anche se la battaglia da questo lato del tabellone dovrebbe essere più serrata. La mia curiosità si focalizzerà comunque interamente sugli Athletic’s. Insomma c’è parecchia carne al fuoco per goderci questo mese di World Series anche se, il tutto sarà condito da un velo di tristezza per l’impossibilità di riuscire a vedere in tv le dirette delle partite visto che Sky ha deciso di non trasmetterle. MUBI è una piattaforma online di video on demand, riservata per il momento al solo cinema d’autore, ed un social network dove si segue e si è seguiti esattamente come su Twitter.
A differenza di Netflix, suo diretto concorrente, non prova a fornirci una libreria illimitata di film bensì mette a disposizione, a 4,99 euro al mese, 30 film. Ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo e ne viene tolto un altro che è stato in programmazione per 30 giorni, in modo tale che nella libreria ci sia una costante rotazione dei film migliori. Personalmente, credo sia un buon servizio per conoscere e scoprire nuove pellicole ed avere una più ampia visione del cinema d’autore. Il servizio deve essere migliorato e perfezionato affinché si possa decidere di abbonarsi, aggiungendo ad esempio una notevole quantità di titoli, visto che ad oggi quelli a disposizione sono solo 1200. La parte più interessante del servizio è rappresentata, senza ombra di dubbio, dalla parte social. Seguendo i vari registi, attori ed esperti si potranno, infatti, generare delle piacevolissime discussioni che non faranno altro che incrementare l’attenzione e la passione dei cinofili. ![]() Nel nostro viaggio alla ricerca delle persone che hanno reso questo nostro mondo un pò migliore, oggi è il turno del fondatore del blog di tecnologia più influente sulla faccia della Terra: Micheal Arrington. La sua creatura, TechCrunch è tra i siti di informazione tecnologica più visitati al mondo. E’ la Bibbia della Silicon Vally, il punto di riferimento di startupper, imprenditori 2.0 e web investitor. Cresciuto a Hungtington Beach, a due passi della Silicon Valley, Mike studia Giurisprudenza alla Law School di Stanford. Nel 1995, a 25 anni, inizia a fare pratica di Diritto Societario. Sono gli anni di internet e del boom dei personal computer. Micheal è affascinato dagli imprenditori digitali e presto si rende conto di essere più interessato al business che alle cause legali. Così, a 29 anni, attirato dal progetto del giovane startupper Keith Teare, si unisce a Real Names. L’azienda fallisce, ma Arrington passa alla startup successiva. Diventa un imprenditore seriale e fonda diverse startup, tra cui una società di pagamenti online, Achex, poi venduta per 32 milioni di dollari. Trascorre i tre anni successivi tra Inghilterra, Danimarca e Canada, ma dopo qualche anno torna in USA. Affitta una casa a Los Angeles e trascorre le giornate in spiaggia e a guardare film in assoluto relax. Per riprendere i contatti con la Silicon Valley e scoprire le ultime tendenze del business digitale, l’11 giugno 2005 crea un blog. Lo chiama TechCrunch! Il sito diventa subito popolare. Arrington riesce ad arrivare, grazie alla sua rete di contatti, prima di molti organi di stampa e a raccontare la Silicon Valley dall’interno. Inizia ad organizzare barbecue ai quali partecipano addetti ai lavori e protagonisti del web. Oggi, sebbene eventi come Tech Crunch Italy si rivalgano ancora ad un selezionato gruppo di professionisti del digitale, tutto il mondo conosce il loro impatto. Nei primi due anni Micheal lavora 7 giorni su 7, recenscisce migliaia di startup ed intervista di persona gli imprenditori. Ma la grande occasione arriva alla fine del 2006, quando annuncia pre primo l’acquisizione di Yuotube da parte di Google, approdando così sulle pagine del Wall Street Journal e segnando una svolta per il sito. Il suo modo di fare schietto e lo stile irriverente fanno di lui un personaggio. Forbes lo inserisce tra le 25 Web Celebrities più importanti del mondo. Una semplice menzione su TechCrunch può creare o distruggere una stratup. Nel 2010 AOL offre 25 milion di dollari ad Arrington per la sua piattaforma. L’azienda specializzata in servizi web punta ad aumentare i ricavi pubblicitari (TechCrunch all’epoca incassava 10 milioni dalla pubblicità) e attirare nuovi inserzionisti. Arrington è stanco di occuparsi della gestione tecnica della piattaforma. Per entrambi le parti la vendita è un affare. La storia di Arrington ci insegna che per cambiare il mondo, occorre adottare un approccio internazionale, condividere competenze ed esperienze, avere coraggio di rischiare e fallire, promuovendo un approccio positivo e meritocratico. Arington ha saputo raccontare quanto di nuovo si agitava in un settore emergente. Piacere è importante, ancora più importante è farlo sapere ai nostri clienti, non solo quando si collegano alla nostra pagina Facebook, ma anche quando entrano nel nostro negozio.
E’ così che tre ragazzi canadesi si sono inventati un contatore “fisico” di like che, collegato al computer, fa scattare un numero ogni volta che qualcuno mette un “mi piace” sulla pagina aziendale. Si chiama Fliike, è in vendita sul sito www.smiirl.com a un prezzo speciale di 300 euro per i primi 500 che si prenotano, ma sta cercando negozi in tutto il Mondo disponibili a venderlo. Il tema è scoottante, sono 16 milioni i piccoli business che hanno aperto la loro pagina Facebook con un unico obiettivo: catturare quanti più “mi piace” possibile. Per accrescere il fatidico numero, nascono numerose società specializzate nella vendita dei like. Ma per le piccole e medie imprese non ha senso avere dei like disinteressati. C’è bisogno dei potenziali clienti che incuriositi dal marchio si interessino alla pagina. ![]() Era dall'ultimo di Steve Jobs che non mi entusiasmavo così per un keynote della Apple. Perchè in un mercato, quello degli smartphone, in cui oramai è impossibile apportare delle rivoluzioni, la società della Mela ha realizzato due sostanziose innovazioni. La prima riguarda la creazione di un prodotto low-cost. Strano a dirsi per una società che ha puntato tutto sul marchio e sulla stabilità dei prezzi dei suoi prodotti. L’arrivo dell’iPhone 5C non credo rivoluzionerà il mercato degli smartphone ma avrà l’arduo compito di andare ad erodere quote di mercato agli android-phone. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, in fin dei conti è un iPhone 5 con la C, lettera che ad avviso di molti sta per coloured. E’ questa infatti la caratteristica che risalta subito agli occhi di tutti: l’iPhone 5C si presenta nei seguenti colori (blu, verde, giallo, rosa e blu). La seconda, e a mio avviso decisamente più innovativa notizia, è rappresentata dal tasto home del nuovo iPhone 5S. Come previsto il telefono della Mela Morsicata è in grado di riconoscere le impronte digitali. Touch ID, questo il nome dell’innovazione, è posizionato dentro il tasto Home ed è composto da un cristallo di zaffiro tagliato al laser e da un sensore touch. Quando l’utente appoggia il dito, Touch ID scatta una foto ad alta risoluzione dell’impronta e la analizza. Dai video mostrati nella presentazione, sembrerebbe che il sensore riconosca più dita della mano e sia abbastanza intelligente da leggere le impronte anche da diverse angolazioni. Insomma per questi due motivi la società che fu di Steve Jobs continua a dettare legge nel mercato della tecnologia applicata alla telefonia cellulare. ![]() Sono passati 12 anni dal 2001 ma se guardo indietro non potrò mai dimenticare la prima volta che vidi il fumo sulle Torri Gemelle. Stavo guardando un film di Bud Spencer e Terence Hill a Rete 4, quando all’improvviso fui interrotto nella visione da un’edizione straordinaria del tg di Emilio Fede. All’inizio pensavo ad un banale incendio ma mi bastarono pochi minuti per capire quello che era successo. Riuscii persino a vedere in diretta il secondo aereo schiantarsi sulla seconda torre, provocando in me un senso di paura. La paura. Perchè è stata la paura che gli attacchi hanno voluto rappresentare. La paura di non essere al sicuro nemmeno a casa tua. Gli Stati Uniti non erano mai stati attaccati sul loro suolo e questa prima, drammatica, volta ha cambiato la storia per sempre. Da allora fiumi di inchiostro hanno cercato di far luce sull’evento, portando avanti tesi complottistiche. Ma credere che gli Stati Uniti d’America siano stati gli attori principali di un attacco teatrale come l’11 settembre è alquanto fantasioso. La verità è che nessuno prima dell’11 settembre si sarebbe immaginato che una cosa del genere avrebbe potuto funzionare. Vero è che le misure di sicurezza nei cieli, soprattutto negli States, erano molto meno rigide di adesso, esattamente come sono ora quelle dei treni. Non a caso già da diversi anni si parla di possibili attentati simultanei con obiettivi treni europei. Comunque fin quando nel Mondo ci saranno persone che passino le giornate a progettare ed ideare attacchi teatrali, come questo, non ci potrà mai essere pace e serenità |
Gaetano ZupoScrive appunti di: Archives
January 2017
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